La calcolosi urinaria, o litiasi urinaria, è una patologia benigna estremamente frequente nella popolazione italiana: basti pensare che circa 1 italiano su 10 soffre, in genere, durante la propria vita di una colica renale, e circa 1 paziente su 2 ha un secondo episodio. Obiettivo dell’urologo è, dunque, non soltanto quello di trattare nel miglior modo possibile la prima colica renale ma, soprattutto, di mettere in atto tutte le strategie possibili per evitare ulteriori episodi dolorosi.
I calcoli urinari possono restare a lungo silenti finché si trovano lì, fermi nei reni; poi all’improvviso quell’intenso dolore al fianco che si irradia fino ai genitali esterni e che può persino lasciare tracce di sangue nelle urine: ecco, in questi casi, siamo di fronte alle cosiddette coliche renali che sono il doloroso risultato di un calcolo in movimento.
Cosa sono i calcoli renali e quali sono i fattori di rischio
I calcoli renali presentano diverse dimensioni. Quelli piccoli possono essere eliminati con le urine, talvolta anche in maniera silente. Altri, invece, fanno sentire la loro presenza. I calcoli sono delle aggregazioni di sali minerali che si formano nel tratto urinario. Possono essere composti da diverse combinazioni di sostanze (fra cui calcio, ossolato, fosfato), dando vita a differenti tipi di calcoli.
Tra i principali fattori che causano la calcolosi urinaria ci sono:
- la predisposizione congenita (familiarità a formare calcoli);
- una dieta ad alto contenuto di sodio;
- la disidratazione che spesso concorre con le estati calde tipiche del nostro Paese;
- uno stile di vita eccessivamente frenetico che, tradotto, equivale a dire bere poco e mangiare in modo scorretto.
L’ossolato di calcio è presente in oltre il 70% dei calcoli, con frequenza analoga in entrambi i sessi; ed è stato riscontrato, infatti, che alcuni cibi ad alto contenuto di calcio possano aumentare le probabilità di formare calcoli di questo tipo.
Calcoli vie urinarie: sintomi più frequenti
Fra i sintomi più frequenti di chi soffre di calcoli renali ci sono:• stimolo frequente ad urinare;
- bruciore;
- urina scura, maleodorante o con tracce di sangue;
- febbre;
- nausea e vomito.
Può persino capitare di essere soggetti ad infezioni ricorrenti delle vie urinarie proprio perché si ha un calcolo renale senza saperlo.
Calcolosi urinaria: dieta e prevenzione in 6 mosse per pazienti a basso rischio
Esiste una categoria di pazienti cosiddetta “a basso rischio”: sono definiti così quelli che hanno una bassa probabilità di sviluppare un calcolo in futuro e che dovrebbero, dunque, mettere in atto alcune semplici norme preventive generali per evitare che ciò accada. Ecco, allora, alcuni comportamenti quotidiani che possono aiutare a prevenire la formazione di calcoli alle vie urinarie:
- bere almeno 2,5-3 litri di acqua al giorno, adeguatamente distribuiti nel corso della giornata: consigliabile portare sempre con sé una bottiglietta d’acqua da poter riempire all’occorrenza;
- consumare una dieta bilanciata con una giusta quantità di frutta e verdura. Questi alimenti favoriscono, infatti, l’aumento del pH urinario che, a sua volta, può evitare la cristallizzazione dei calcoli;
- limitare l’assunzione di sodio (presente in grandi quantità nel sale e nel prosciutto), un’accortezza che risulta, inoltre, utile nel prevenire l’ipertensione arteriosa;
- limitare il consumo di proteine animali (carni rosse, uova, formaggi);
- praticare una regolare attività fisica, evitando uno stile di vita sedentario e l’obesità: questa condizione può determinare, infatti, un maggior rischio di coliche renali;
- non lasciarsi sopraffare dalla convinzione che l’acqua del rubinetto, in particolare quella presente nelle case di Roma, sia dannosa per chi soffre di urolitiasi e favorisca la formazione di calcoli renali; è comunque bene, quando possibile, scegliere un’acqua a basso contenuto di sodio.
Chi sono i pazienti a basso rischio?
Sono quei pazienti che:
- non hanno familiarità con la calcolosi;
- non hanno alterazioni del metabolismo del calcio;
- non hanno sindromi genetiche come, ad esempio, l’ipercistinuria (malattia ereditaria del metabolismo caratterizzata da abbondante eliminazione urinaria di cistina e, frequentemente, da calcolosi renale);
- non hanno elevati acidi urici.
Come si evince tutto questo? Attraverso le analisi del sangue e uno studio metabolico ad hoc, che serve proprio ad individuare quelle eventuali alterazioni metaboliche che predispongono alla formazione dei calcoli.
Il nostro consiglio?
Qualsiasi sia l’entità del problema, non sottovalutare la calcolosi. Evita i rimedi fai da te e chiedi consiglio al tuo urologo di fiducia.